In Calabria, il servizio di emergenza-urgenza 118 è sull’orlo del collasso. Alla difficile situazione strutturale dovuta alla vetustà delle dotazioni, si somma ora anche la possibile fuga di massa del personale medico tanto che il presidente nazionale del 118, Mario Balzanelli, ha scritto una lettera al commissario alla sanità, Cotticelli, per sottolineare i rischi di una situazione che potrebbe diventare insostenibile, e che produrrebbe effetti devastanti sulla salute sui cittadini. Nella lettera, Balzanelli sottolinea che in Calabria il 95% dei medici dell’emergenza territoriale è precario, che i sistemi informatici delle centrali operative del 118 sono gli stessi che c’erano nel 1997, e da allora non sono stati adeguati o sostituiti, e che le ambulanze sono troppo vecchie e non vengono sostituite allo scadere del chilometraggio massimo consentito dalle norme. Ed ora, come se non bastasse, al personale medico è stata negata un’indennità concordata e già riconosciuta a livello regionale da oltre dieci anni. Una situazione così deteriorata da prefigurare il rischio di abbandono di massa dei medici del 118. Balzanelli fa presente che l 95% dei medici versa in condizioni di permanente precarietà lavorativa: il 65% di essi, pur essendo già da diversi anni titolare di rapporto a tempo indeterminato, attende il passaggio alla dipendenza, mentre il 30% circa, pur in servizio da diversi anni e sempre con rapporto convenzionale, non risulta neppure titolare del ruolo. Balzanelli ricorda, inoltre, che la Regione Calabria non ha mai disposto una sanatoria che potesse consentire il transito dal contratto a tempo determinato a quello a tempo indeterminato di quei professionisti che da tempo sono in possesso del corso di idoneità al ruolo di medico di Medicina di emergenza territoriale. Nella lettera inviata a Cotticelli, pur chiarendo che non è compito di una società scientifica entrare nel merito di questioni di stretta natura sindacale, il presidente nazionale del 118 afferma che è invece suo dovere sollecitare l’attenzione sulla qualità di gestione del servizio per evitare un’ulteriore desertificazione delle piante organiche medico-infermieristiche, oltre che una pericolosa instabilità di sistema che potrebbe esporre ad enorme rischio la salute e la vita dei cittadini calabresi.
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