Meno di due mesi – qualora non ci fosse un cambio di programma dovuto ad uno stravolgimento della situazione Coronavirus, e non ce lo auguriamo assolutamente – alle elezioni Regionali. Preme fare un riflessione proprio in questo giorno, non perchè sia la giornata dedicata agli innamorati, ma perchè il 14 febbraio era stata la data designata in principio dal presidente f.f. della Regione Nino Spirlì per ritornare alle urne.
La Calabria necessita di un nuovo governo. Questa lunga fase di transizione – forzata a causa della prematura scomparsa ad ottobre della presidente Jole Santelli – ha generato il caos istituzionale, da palazzo Campanella agli ultimi piani della Cittadella di Germaneto. Non sono bastate le inchieste giudiziarie che hanno interessato alcuni membri della massima Assise calabrese sciolta in vista delle elezioni – ma che per le quali per dovere deontologico aspettiamo che la magistratura faccia il proprio corso – negli ultimi mesi si è assistito ad un accentramento da parte del facente funzioni. Lo stesso Spirlì, è bene ricordarlo, ricopre l’incarico di presidente facente funzioni, di vicepresidente e di assessore con deleghe ai beni culturali; patrimonio storico, artistico ed architettonico; organizzazione delle attività culturali e teatrali; musei, biblioteche, archivi, associazioni culturali; politiche del commercio e dell’artigianato; legalità e sicurezza. Questi incarichi erano stati affidati dalla Santelli in quanto membro esterno alla competizione elettorale, poiché non candidato, ma espressione diretta di Matteo Salvini e della Lega.
Per forza di cose si è ritrovato a guidare la Regione, ma il risultato – dovuto forse a causa dell’inesperienza, dall’emergenza Coronavirus – non è stato dei migliori. Anzi, non sono mancate situazioni poco piacevoli: tra le ultime quelle legate al rientro a scuola con tanto di annuncio dell’ordinanza “consigliera” tramite social e la pubblicazione di sabato sera. Stiamo parlando – che piaccia o meno – di un presidente di Regione che si rivolge ai cittadini da un profilo social – tra l’altro non istituzionale – per annunciare provvedimenti più o meno importanti. Sempre tra le ultime uscite del f.f., è ritornato in auge la realizzazione del ponte sullo Stretto: mercoledì scorso, nel corso di una riunione in videoconferenza organizzata da Lettera 150, i governatori di Calabria e Sicilia – Spirlì e Musumeci – hanno dichiarato che “presenteranno un documento congiunto per chiedere al nuovo Governo di riavviare il progetto per la costruzione”, si legge in una nota. Non ce ne voglia Spirlì, ma stiamo parlando di un’infrastruttura – sulla quale si può essere d’accordo o meno – dal peso importante. Non può un tecnico – definiamolo così – un esterno alla politica decidere su di una struttura del genere. Spirlì non è stato eletto dai calabresi, e su temi così importanti vi è la necessità di un chiaro indirizzo voluto dagli elettori.
Ecco perchè c’è bisogno di tornare al più presto alle urne. La data è stabilita in domenica 11 aprile, ma – al momento – alcuni rumors non escluderebbero un ulteriore rinvio, magari a giugno quando comuni come Torino, Roma e Milano torneranno al voto. Poniamo un’altra ipotesi: e se il rinvio dovesse essere più lungo per un ipotetico inasprimento della situazione Covid – e non ce lo auguriamo affatto? Quale saranno i prossimi passi del governatore Spirlì? Quale sarà l’indirizzo politico-istituzionale-governativo che seguirà?
Giuseppe Laratta