La decisione del rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, di chiudere l’ufficio stampa dell’ateneo ha suscitato la reazione indignata di “Giornalisti d’azione” e “Senza bavaglio”, componente di Stampa Romana.
“Ciò che lascia perplessi – è scritto in una nota – non è la sostituzione di chi finora si è occupato del servizio, decisione accettabile quando adeguatamente motivata, ma l’eliminazione della struttura deputata ad occuparsi della comunicazione istituzionale e, perciò, posta al servizio dell’università. Una decisione cervellotica e sorprendente, che sembra rientrare più nella categoria, purtroppo molto diffusa, delle determinazioni concepite per punire qualcuno o qualcosa, piuttosto che rispondere a criteri e logiche aziendali”.
“Il decreto con il quale l’Ufficio Stampa dell’Unical viene cancellato – continua la nota – presenta vistose contraddizioni e forzature evidenti. Mentre, da un lato, si afferma che la sua costituzione non è un obbligo delle pubbliche amministrazioni e dunque anche per l’Unical (ignorando completamente quanto è successo dopo l’approvazione della legge 150 e del suo regolamento di esecuzione), dall’altro si sottolinea l’importanza del Portavoce, ‘con compiti di diretta collaborazione ai fini dei rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione’. Un’assurdità istituzionale e, soprattutto, un’inaccettabile sconfessione della lungimirante impostazione data dall’Ateneo nel 2008, a seguito di uno specifico concorso bandito per le attività di Relazioni esterne e Comunicazione, con la costituzione dell’intera filiera organizzativa/operativa (Ufficio Stampa, Urp, Rapporti istituzionali etc.) preposta a tali esigenze. Un modello organizzativo che ha peraltro rappresentato un unicum nel sistema universitario italiano, grazie al quale l’ateneo era riuscito a costituire un Ufficio stampa con professionisti (interni) di comprovata competenza ed esperienza”.