“Nove dei 24 punti monitorati lungo le coste calabresi presentano cariche batteriche elevate in prossimità di foci di fiumi e torrenti, dove molto spesso gli ignari cittadini continuano a fare il bagno visto che sono molto rari i cartelli di divieto di balneazione o quelli obbligatori sulla qualità delle acque”. É il bilancio, presentato nel corso di una conferenza stampa a Catanzaro, del monitoraggio effettuato lungo le coste calabresi dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente. “I punti monitorati – ha spiegato Mariateresa Imparato, portavoce di Goletta Verde – sono scelti in base alle segnalazioni dei circoli territoriali, ma anche grazie agli Sos dei cittadini. Si tratta di monitoraggi diversi da quelli effettuati dalle Arpa ed avvengono vicino alle foci dei fiumi, dove spesso troviamo persone che fanno il bagno. Non vogliamo sostituirci ai controlli ufficiali, ma scovare criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari, visto che nel nostro Paese circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato e le inadempienze che ne sono derivate hanno portato hanno portato a condanne e multe salate per l’Italia”. La Calabria, é stato detto nel corso della conferenza stampa, pesa molto nelle procedure di infrazione dell’Unione Europea. Nella regione sono 129 gli agglomerati segnalati dall’Unione europea, il 15% di tutti quelli coinvolti a livello nazionale. All’incontro con i giornalisti erano presenti anche il vice presidente di Legambiente Calabria, Andrea Dominijanni; Aldo Perrotta, presidente del Comitato scientifico di Legambiente Calabria; Francesco Esposito, segretario regionale del Sindacato medici italiani e Luigi Sabatini, direttore Legambiente Calabria. “La situazione in tante aree della nostra regione – ha detto Sabatini – è diventata insostenibile e rischia di compromettere l’economia turistica. I soldi per risolvere queste criticità erano già pronti, ma sono mancati i progetti a cui erogare i fondi. La depurazione è ferma al palo e non funziona correttamente. Sono 129 i Comuni calabresi in infrazione per la depurazione e sempre meno quelli che presentano i dati sui metri cubi di fanghi dei depuratori. Anzi il numero è tendente a zero. Così si riduce il turismo di qualità. La mia impressione è che chi gestisce i depuratori non abbia interesse a fornire i dati perché smaltire i fanghi costa parecchio. Prendiamo, per esempio, Soverato, che è un comune di media grandezza e dove il costo per lo smaltimento dei fanghi è di circa 450 mila euro. Immaginiamo quanto può essere a Catanzaro. Non sarà un caso se il mare in Calabria è maggiormente inquinato nei punti in cui c’è un depuratore che non ha indicato i dati sul fango da smaltire? Serve una politica regionale che incentivi a fornire i dati senza prevedere sanzioni”. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come “inquinati”, hanno riferito ancora gli attivisti di Goletta verde, i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. In provincia di Reggio Calabria dei sei punti monitorati tre presentano cariche batteriche oltre i limiti di legge e ricevono un giudizio di “fortemente inquinato”. Due a Reggio Calabria, alla foce del torrente Caserta, all’altezza del lido comunale, ed un altro alla foce del fiume Menga, in località Sabbie bianche. Il terzo si trova invece alla foce del fiume Mesima, a San Ferdinando. In provincia di Vibo Valentia bocciati due dei cinque campionamenti. “Fortemente inquinato” il giudizio per il prelievo effettuato alla foce del torrente Ruffa, a Ricadi, e “inquinato” quello alla foce del torrente Britto, a Marina di Nicotera. Cinque i punti campionati anche in provincia di Cosenza, di cui uno “fortemente inquinato”, quello alla foce del canale del Pescatore a Villapiana Lido. “Qui c’è da segnalare – é stato detto nel corso della conferenza stampa – il prelievo effettuato alla foce del fiume Crati a Cassano allo Jonio. I parametri monitorati rientrano nei limiti di legge per un soffio. È quindi evidente che esiste ancora una criticità e per questo Legambiente chiede alle autorità competenti di non abbassare la guardia”. I punti campionati in provincia di Catanzaro sono stati quattro: per uno di questi è stato evidenziato un carico inquinante superiore a quello consentito, con un giudizio di “inquinato” alla foce del torrente Spilinga, a Marinella di Gizzeria Lido. Anche i prelievi effettuati in provincia di Crotone sono stati quattro, due dei quali con cariche batteriche oltre i limiti: “fortemente inquinati” quelli all’altezza della spiaggia libera a destra del castello, in località “Le Castella” di Isola Capo Rizzuto, e quello alla foce del torrente Passovecchio, a Crotone.
Goletta Verde evidenzia le criticità legate al sistema depurazione in Calabria
