giovedì, 28 settembre 2023

Gioia Tauro, le mani della ‘ndrangheta su depuratore e termovalorizzatore (Video e nomi)

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Le mani della ‘ndrangheta sul termovalorizzatore e sul depuratore di Gioia Tauro. È quanto è stato scoperto con l’operazione Metauros, condotta in queste ore da Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria e finalizzata all’esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto a carico di sette persone presunte affiliate alla cosca Piromalli della ‘ndrangheta. I reati contestati sono associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni.

Nell’ambito dell’operazione è stato anche eseguito il sequestro preventivo d’urgenza relativo alle quote azionarie di società operanti nel settore della depurazione e trattamento delle acque, trasporto e compostaggio di rifiuti speciali non pericolosi.

La cosca Piromalli nel ciclo dei rifiuti

“L’inchiesta “Metauros”  – scrivono gli inquirenti – svela, per la prima volta, il condizionamento della cosca Piromalli nella costruzione e gestione del termovalorizzatore ubicato a Gioia Tauro, davanti al porto, attraverso un consolidato sistema di sottoposizione ad attività estorsive delle società che nel tempo hanno gestito la struttura di trasformazione dei rifiuti. Ad analoga attività estorsiva era sottoposta la “Iam” (Iniziative ambientali meridionali Spa) con sede a Gioia Tauro, operante nel settore della depurazione delle acque”.

I fermati

Fermati il boss Gioacchino Piromalli, l’ex sindaco di Villa San Giovanni Rocco La Valle e l’avvocato Giuseppe Luppino.

Tra i fermati dell’Operazione Metauros della Squadra Mobile, del Comando Provinciale dei Carabinieri e del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Reggio Calabria, figurano Rocco La Valle, imprenditore nel settore dei trasporti su gomma, già Sindaco di Villa San Giovanni (marzo 2010 – maggio 2015), che secondo gli inquirenti sarebbe stato il “collettore delle tangenti ed unico interlocutore delle cosche beneficiarie delle estorsioni imposte alle società che hanno gestito nel corso del tempo il termovalorizzatore di Gioia Tauro”. Fermato anche e l’avvocato Giuseppe Luppino, “già presidente del Consiglio d’amministrazione di “Piana ambiente Spa” nonché consulente esterno dell’ufficio legale del Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Calabria, uomo politico di riferimento del sodalizio mafioso dei Piromalli – scrivono gli inquirenti – nell’opera di instradamento verso il termovalorizzatore di Gioia Tauro, attraverso l’impresa dei fratelli Giuseppe, Domenico e Paolo Pisano di Gioia Tauro, anch’essi fermati nella medesima operazione”. Con l’accusa di essere uno dei capi della cosca Piromalli e l’ideatore delle infiltrazioni nelle attività del termovalorizzatore di Gioia Tauro, è stato fermato anche l’avvocato Gioacchino Piromalli, già condannato per associazione mafiosa nel processo Porto. Il settimo fermato è Francesco Barreca.