Anche in Calabria la vendemmia 2017 è di fatto finita: i mosti sono nelle botti e nelle cisterne, e stanno diventando vino. Bianchi, rosati e rossi, in tempi ovviamente diversi, ed anche con tecniche di produzione specifiche, hanno iniziato un lungo e delicato percorso che li porterà, infine, sulle tavole dei clienti. I principali Consorzi calabresi del Vino non hanno ancora fornito dati ufficiali sulla vendemmia, sulla produzione e sulla commercializzazione. Al Centro-Nord del Paese i Consorzi del Vino, anche più volte all’anno, forniscono cifre e numeri: superfici coltivate; tipologie di vitigni coltivati; quantità di vino prodotte, differenziando tra vini da tavola, Igp e Doc; numero delle bottiglie prodotte; cifre e statistiche sulla commercializzazione; prospettive di crescita. Dal Consorzio Terre di Cosenza Dop, presieduto da Demetrio Stancati, non è giunta alcuna notizia. Stessa cosa dal Consorzio Vini Cirò e Melissa, presieduto da Raffaele Librandi. Ogni tanto giunge qualche nota stampa su alcune attività promozionali. Anche su questo fronte sarebbe utile un confronto pubblico che rispondesse ad alcune domande. Quali sono i budget disponibili? Com’è stata orientata la spesa? Quali sono le direttrici principali della spesa? E al di là della vendemmia 2017, sarebbe finalmente utile (e ci rivolgiamo direttamente ai presidenti Stancati e Librandi) poter disporre di alcuni dati fondamentali: quante bottiglie Doc producono complessivamente le aziende vitivinicole che si riconoscono nei due rispettivi Consorzi? E quante di queste sono di vino bianco, rosato, rosso e passito? E i numeri sulle bollicine quali sono? E quanto vino doc esportiamo? E dove lo esportiamo? Peraltro, per quanto riguarda la Dop Terre di Cosenza, c’è un rapporto forte con la Camera di Commercio bruzia, e quindi anche quest’ultima sarà senz’altro interessata a elaborare numeri utili per analisi economiche e di mercato che possano poggiare su dati certi. (Muriatico)
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